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Posted: Novembre 13th, 2013 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Tags: #fiumeinpiena, 16 novembre, alex zanotelli, beni comuni, crisi ecologica, ecomafie, napoli, rifiuti | Commenti disabilitati su La rivolta nella terra avvelenata
di Alex Zanotelli – La Campania è una terra avvelenata e violentata. Perché la gente sta reagendo? Va ricordato che a partire dai primi anni ’90 – quando l’Italia non ha più potuto esportare e seppellire i propri rifiuti tossici in Somalia (a causa della caduta del regime di Siad Barre, con il quale intratteneva fruttuosi rapporti) – è stato deciso che l’industria del centro-nord poteva smaltire materiali tossici in Campania. Interessate soprattutto tre aree.
Il cosiddetto “triangolo della morte”, cioè la zona di Nola, Acerra e Marigliano, dove appunto molte persone stanno morendo di tumore a causa dei rifiuti. Il secondo è l’agro Aversano, in provincia di Caserta dove sono stati sversati anche i rifiuti tossici di Marghera. Ciò è avvenuto in virtù di un “contratto” siglato tra industria del nord e camorra. Nella partita c’è anche l’industria campana. La terza area è la “terra dei fuochi”, al nord di Napoli. Un territorio che comprende Giugliano, Villaricca, Frattamaggiore fino a Casal di Principe e oltre. Qui si è continuato a bruciare di tutto con quello che ne consegue per la salute pubblica. E qui, a Giugliano, si vuole costruire un inceneritore da 480 milioni di euro. Siamo al paradosso. Read the rest of this entry »
Posted: Ottobre 10th, 2012 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Tags: buen vivir, consumismo, crisi, crisi ecologica, decrescita, franco arminio, sobrietà | Commenti disabilitati su Avere di più, essere di meno
di Franco Arminio
La parola più citata dalla politica è la parola crescita. Ormai viene pronunciata a ripetizione, come negli esercizi spirituali buddisti. In una società che alla sua crisi sa opporre solo questa parola non bisogna poi stupirsi che viene fuori la bulimia dei politicanti alla Fiorito che l’ossessione della crescita la prendono alla lettera e fanno di tutto per accrescere il loro patrimonio. In un certo senso viviamo tutti ammassati in un piccolo campo di concentramento in cui vige la sola legge dell’accumulo. Possono essere poltrone, benefit, amori, successi, fallimenti, il principio ispiratore della dilagante miseria spirituale è sempre quello: avere di più, essere di meno.
La crescita che viene evocata ovviamente è solo quella dei consumi. Vendere più automobili significa avere più gatti morti per le strade, più aria sporca e più rumori, ma questo non sembra preoccupare nessuno. La politica col governo tecnico è andata in cassa integrazione. È entrata in depressione e non lo sa. Non sa allearsi e non sa scontrarsi sulle scelte di fondo. Ci sono contese puramente verbali, come quelle che vediamo in televisione. È il trionfo dell’agonia ciarliera, dell’autismo corale. Read the rest of this entry »
Posted: Febbraio 8th, 2012 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Tags: ambiente, crisi ecologica, economia, riconversione ecologica, tonino perna | Commenti disabilitati su La conversione ecologica necessaria
di TONINO PERNA – Di fronte all’ondata di gelo che ha investito l’Europa c’è chi si permette di irridere gli ambientalisti con la battuta «questo è il riscaldamento globale». Purtroppo per la gran parte dell’opinione pubblica il riscaldamento globale significa solo che la temperatura media della terra e dei mari aumenta. Che farà sempre più caldo e le piccole isole scompariranno per l’innalzamento degli oceani dovuto allo scioglimento dei ghiacciai. Tutto vero, ma insufficiente per capire dove stiamo andando. Il primo effetto dello squilibrio ambientale, indotto dalla crescita iperbolica di anidride carbonica immessa nell’atmosfera, lo si legge attraverso la crescita della frequenza degli «eventi estremi».
Posted: Ottobre 31st, 2011 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI, DECRESCITA, POLITICA | Tags: crisi, crisi ecologica, crisi finanziaria, decrescita, default, paolo cacciari, pil, sviluppo sostenibile | Commenti disabilitati su Come si esce dall’economia del debito
di Paolo Cacciari – Bisogna uscire da quella economia «che pone gli interessi del capitale sopra a quelli del lavoro e della stessa vita delle persone e dell’ecosistema terrestre» Il manifesto, 29 ottobre 2011
Le vecchie ricette keynesiane non hanno più margini in una crisi strutturale di queste dimensioni e qualità. Deve decrescere la dipendenza dal mercato e dall’ossessione del Pil.
Alzino la mano quanti hanno azioni? Pochissimi, a giudicare dal fatto che non ci dicono mai la loro vera consistenza (numero di persone per il valore delle azioni possedute). Alzino la mano quanti hanno titoli di stato? Non molti e comunque posseggono meno della metà della metà del valore dei titoli emessi (la metà è all’estero, l’altra metà è nelle casse di imprese e investitori istituzionali vari). Alzi la mano chi ha denari in banca? Abbastanza, ma si accontentano di interessi che non proteggono nemmeno dall’inflazione. E allora, chi se ne frega del default ! Falliscano pure banche e stati, non vengano rimborsati i prestiti che hanno avuto, o vengano congelati in attesa di tempi migliori. Read the rest of this entry »
Posted: Dicembre 12th, 2010 | Author: labomar | Filed under: GENERALE | Tags: ambiente, cancun, crisi ecologica, decrescita, democrazia, diritti, sostenibilità | Commenti disabilitati su Cancun: ignorati i popoli, vince il mercato
Se il pianeta ha la febbre a Cancun non è stata curata, anzi. Nulla di vincolante è stato deciso nell’accordo uscito all’alba di ieri, nonostante l’enfasi data dai governi riuniti e dalla stampa al testo conclusivo emerso dalle due settimane di lavori.
Cancun conferma sostanzialmente il consolidamento della logica emersa a Copenaghen, ampliando i meccanismi attraverso cui la gestione della crisi ambientale e climatica passa attraverso la finanziarizzazione e nuove speculazioni economiche. Il fondo verde, i mercati di carbonio e il meccanismo dei Redd+ non sono altro che false soluzioni che istituiscono una sorta di “diritto di inquinare”, in base al quale i paesi industrializzati continuano con le emissioni pagando “indulgenze” compensative che si risolvono nell’ennesimo ricatto verso i paesi del sud del mondo. Read the rest of this entry »