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Posted: Novembre 27th, 2008 | Author: labomar | Filed under: GENERALE | Commenti disabilitati su MARCIA PER L’AMBIENTE SABATO 29 NOVEMBRE
TARANTO
SABATO 29 NOVEMBRE 2008
GRANDE MARCIA PER L’AMBIENTE
Se hai a cuore le sorti della tua afflitta e bellissima città, se hai a cuore la salute dei tuoi cari non puoi mancare alla grande manifestazione del 29 novembre, organizzata da "Alta Marea", che racchiude la gran parte delle associazioni, civiche e ambientaliste, che in questi anni hanno combattuto per cercare di ridare un colore pulito al cielo di Taranto. Siamo tutti riuniti sotto un’unica bandiera: liberare noi e i nostri figli dai veleni dell’inquinamento.
Alta Marea è un movimento totalmente apartitico al quale potrai dare il tuo contributo semplicemente con la tua presenza, portando con te un fazzoletto bianco, il 29 novembre.
Invitate i vostri amici a partecipare tramite la funzione "invita persone a partecipare".
Unisciti a noi.
Ti ringraziamo di cuore.
PROGRAMMA:
ore 9.00 Raduno Via Di Palma (Ingresso Arsenale)
ore 9.30 Partenza Corteo (Percorso Via Di palma e via D’Aquino)
ore 11.30 Arrivo corteo in Piazza Garibaldi
ore 11.40 Interventi dal palco allestito.
OBIETTIVI:
1- NO al raddoppio dell’ENI (raffineria);
2- No all’INCENERITORE e potenziamento della raccolta differenziata;
3- Approvazione Legge Regionale sulla Diossina;
4- Rilascio dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) a: "ILVA, ENI, CEMENTIR, EX EDISON" entro il 31 Marzo 2009 con le prescrizioni più restrittive a tutela della salute dei lavoratori, della cittadinanza e dell’ambiente ed in particolare:
° limiti delle emissioni secondo gli standard europei e riduzione delle loro quantità;
° adeguamento tecnologico degli impianti alle migliori tecnologie in assoluto;
° copertura dei parchi minerari;
° monitoraggio ambientale in continuo;
° inasprimento delle pene in materia ambientale.
5- Sicurezza negli ambienti di lavoro;
6- Diverso modello di sviluppo ecocompatibile del territorio;
7- Bonifica del territorio e dell’area industriale di Taranto;
8- Potenziamento del registro tumori;
9- Sviluppo polo oncologico.
PROMOTORI:
PeaceLink
Impatto Zero
Comitato per Taranto
A.I.L.
Lega Ambiente
WWF
Ass. Bambini Contro L’Inquinamento
Taranto Annozero
Sensibilizzazioni Libere e Concrete
Vigiliamo Per La Discarica
Lipu
Libera
Ecomunita
Taranto Viva
A.V.O. Ass. Volontari Ospedalieri
C.S.V.
ARCI
Aiutiamo Ippocrate
I veleni di Tarano
Taranto Ha Bisogno Di Te!!!
Posted: Novembre 25th, 2008 | Author: labomar | Filed under: GENERALE | Commenti disabilitati su 25 Novembre _ Giornata internazionale contro la violenza sulla donna
Perché Il 25 Novembre È Il Giorno Contro La Violenza Verso La Donna?
La scelta del 25 di novembre come data internazionale della lottacontro la violenza sulla donna fu un accordo preso dalle partecipantiall’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi che si realizzò aBogotà nel 1981, accettando il sollecito della delegazione dellaRepubblica Dominicana che proponeva che in questo modo si rendesseomaggio alle sorelle Mirabal: Minerva, Patria e María Teresa. Esse sonoun esempio vivo del tipo di donna impegnata nelle lotte del suo paese.
Le tre sorelle caddero per la violenza dal regime di Trujillo chemantenne il paese dominicano nell’arretratezza per 30 anni,nell’ignoranza e nel caos. Nel 1960, il paese dominicano scontento estanco di una dittatura tanto lunga, tutti i giorni portava a terminelotte nelle strade contro le forze militari repressive che sostenevanoil dittatore.
Le sorelle Mirabal nacquero nella sezione Ojo deAgua, provincia di Salcedo, Repubblica Dominicana. Le condizioni divita che si davano nel paese e la zona dove vissero, conseguenza deldominio statunitense ed il ritardo delle relazioni di produzione,determinarono la loro sensibilità di fronte agli acuti problemisociali. La partecipazione attiva delle sorelle Mirabal nella lottacontro Trujillo guadagnò loro la fama di rivoluzionarie, motivo più chesufficiente affinché in una certa occasione Trujillo manifestassedavanti ad un gruppo di persone che i suoi due unici problemi erano lesorelle Mirabal e la Chiesa.
Che cosa accadde il 25 novembre 1960?
Minerva e María Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione,in compagnia della sorella Patria. Furono intercettate in un postosolitario della strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza.Condotte ad un canneto vicino, furono oggetto delle più crudelitorture, prima di essere vittime di quello che si è considerato ilcrimine più orripilante della storia dominicana. Coperte di sangue,massacrate a colpi, strangolate, furono messe nuovamente nel veicolonel quale viaggiavano e gettate in un precipizio, con la finalità disimulare un incidente. L’assassinio delle sorelle Mirabal produsse ungran sentimento di dolore in tutto il paese, ma servì per fortificare lo spirito patriottico di un paese desiderosodi stabilire un governo democratico che garantisse il rispetto alladignità umana.
La memoria di queste coraggiose sorelle, martiriche rischiarono le loro vite e le diedero, effettivamente per la causadella donna ci riempie di speranza e ci dà forza per continuare alottare per una società ugualitaria nella quale donne ed uomini possanovivere in fraternità umana.
I DATI DELLA VERGOGNA: 6 MILIONI 743 MILA DONNE IN ITALIA TRA I 16 E I 70 ANNI HANNO SUBITO NEL CORSO DELLA VITA UNA VIOLENZA FISICA O SESSUALE.
La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori lafamiglia dimostra che la violenza contro le donne e le/i bambine/i, siconsuma soprattutto all’interno delle mura domestiche e che talefenomeno ha raggiunto in Italia e nella regione Puglia proporzioniinquietanti. I dati Istat, relativi alla indagine sulla violenza e imaltrattamenti contro le donne condotta nel 2006, su un campione di25.000 donne – in Puglia 1.104 – comprese tra i 16 e 70 anni,confermano che, nonostante sia aumentata la percentuale di donne chesubiscono violenza o tentata violenza, il sommerso rimane elevatissimo:le donne che non denunciano le violenze subite sono circa il 96% nelcaso delle violenze inferte da un non partner e il 93% nel caso delleviolenze inferte dal partner. Nello specifico i dati in Puglia mostranouna situazione in cui solo il 10,8% denuncia la violenza del partner afronte di un 89,2% che preferisce tacere; nel caso di un non partnersolo il 5,4% delle donne denuncia le violenze subite con il restante94,6 % che non denuncia. Inoltre il 24,9% delle donne pugliesiintervistate dichiara di aver subito violenza fisica e sessuale nelcorso della propria vita ed il 5,3% dichiara di averla subita prima dei16 anni. Intanto sul territorio regionale non c’è adeguata risposta adun’esposizione così elevata di casi e di sommerso. Infatti non c’èadeguata copertura dei servizi di prevenzione e di presa in carico deicasi di abuso. Le province di Lecce e Foggia risultano totalmentesprovviste dei Centri antiviolenza che pure dovrebbero essere ubicatiin ciascuna provincia, secondo quanto disposto dalle linee guidaattuative della legge regionale 17/2003 attualmente vigenti. (dati Regione Puglia)
La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente delle donne in Italia come nel resto del mondo.
Posted: Novembre 19th, 2008 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Commenti disabilitati su LA VOLONTÀ CHE UCCIDE
di LORIS CAMPETTI
Si lavora per vivere ma di lavoro si muore. Tutti i giorni, senza sconti, quasi senza sorpresa, spesso senza indignazione. Un solo dubbio: le vittime quest’anno saranno 1.200 o 1.400? Troppe volte chi ha la responsabilità degli omicidi sul lavoro se la cava con una tirata d’orecchie, una multarella e può continuare ad anteporre i suoi profitti alla salute di chi gli consente di realizzarli.
Ieri sono successe due cose, la prima, cinicamente parlando, «normale»: in una fabbrica di gomma alla periferia di Bologna sono stati uccisi due lavoratori e altri tre feriti per l’esplosione di una mescola che stavano preparando. Le vittime rappresentano il tetto e la base dell’organizzazione del lavoro, il direttore e un operaio indiano con una busta paga da 1.100 euro al mese. Tutti e due (ex) risorse umane, come si dice oggi per mortificare il lavoro.
Il secondo evento, invece, è straordinario e potremmo aggiungere straordinariamente positivo, se il contesto che l’ha determinato non fosse una delle peggiori stragi di operai che questo disgraziato paese ricordi. Il gup di Torino ha accettato per intero la richiesta del procuratore Raffaele Guariniello che chiedeva il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della ThyssenKrupp per «omicidio volontario con eventuale dolo». Per la prima volta un tribunale italiano si esprimerà sull’ipotesi che la responsabilità degli omicidi non sia soltanto individuale ma dell’azienda, e che chi è colpevole abbia agito conoscendo il rischio imposto ai suoi dipendenti pur di ridurre le spese sulla sicurezza dell’impianto e degli addetti. Meno costi più incassi. I dirigenti della multinazionale tedesca sapevano ed erano responsabili dell’esistenza di tre livelli di sicurezza.
Il livello massimo (cioè il minimo per garantire chi lavora) in Germania, uno appena tollerabile alle acciaierie di Terni e infine uno inaccettabile nello stabilimento torinese condannato alla chiusura, e non si potevano spendere soldi per cambiare gli estintori in una fabbrica già condannata, come chi ci lavorava. Altro che distrazione dei lavoratori, come blaterano senza dignità e senza pietà i nostri imprenditori, si muore per decisione consapevole del padrone e di chi trasmette i suoi ordini per garantirgli i profitti. Certo non la sicurezza che costa un sacco di soldi.
Il rinvio a giudizio dei presunti responsabili della morte di sette operai non ridurrà il dolore di madri, mogli, figli, fidanzate delle vittime. Non restituirà il sorriso ai loro compagni. Semplicemente non ucciderà una seconda volta quei sette operai, e terrà accesa la speranza nella possibilità di far sapere a tutti la verità. Non è poco avere un po’ di giustizia, bene sempre più raro come insegna Genova.
Ma la gioia finisce qui, dovendo fare i conti con un governo che cancella ogni vincolo all’impresa, asfaltando in questo modo la strada che porta gli operai al cimitero, o all’ospedale.
il manifesto – 18-11-2008
Posted: Novembre 18th, 2008 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Commenti disabilitati su Alla ThyssenKrupp fu «omicidio volontario»
«Omicidio volontario». Queste due parole, perentorie, ricorrono oggi nelle aperture dei principali quotidiani italiani: Corriere della Sera, Repubblica, Messaggero, La Stampa, L’Unità, Il Manifesto, Liberazione (uniche eccezioni Libero e Il Giornale, sulle cui prime pagine non si dà notizia del processo). La decisione del gup di Torino, Francesco Gianfrotta, di procedere con il rinvio a giudizio per tutti gli imputati della Thyssen è considerata dalla stampa come un fatto storico nella lotta alle morti sul lavoro. Read the rest of this entry »
Posted: Novembre 17th, 2008 | Author: labomar | Filed under: ASSOCIAZIONE | Commenti disabilitati su FIRMA LA PETIZIONE PER SALVARE IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
Con il taglio drastico del 42% delle risorse economiche a disposizione per il servizio civile nazionale, si passa dai 299 milioni stanziati per il 2008 dal precedente esecutivo ai 171 previsti nella finanziaria per il 2009, il peggiore della storia recente del servizio civile nazionale.
Cifre che mettono addirittura a rischio la possibilità per i giovani italiani di partecipare nel 2009 a questa importante opportunità.
Già quest’anno il servizio civile ha avuto una battuta d’arresto rispetto al 2007 scendendo da 50.000 a 32.000 volontari.
A nulla sono valsi gli appelli che ormai da anni gli Enti continuano a lanciare sulla necessità di stanziamenti pubblici complessivi di almeno 400 milioni l’anno per avere un sistema di servizio civile nazionale che ne faccia un‘ opportunità per i giovani, invece che un privilegio, oltre che una risorsa per le comunità locali.
Tutte le ricerche effettuate in questi anni hanno dimostrato la positiva efficacia nei risultati educativi, sociali e economici. Ogni euro di denaro pubblico investito ci sono ritorni per 2 euro.
Ci sono molti aspetti del servizio civile nazionale che vanno riformati, e da tempo il Terzo Settore ha avanzato proposte a riguardo, ma l’abbattimento delle risorse è un errore che ha come unico effetto l’aggravamento dei nodi esistenti e non la loro risoluzione.
Siamo favorevoli ad aprire un tavolo per la revisione delle regole, ma siamo contrari a che questo significhi ripensare il sistema in funzione di risorse così limitate, sancendo l’idea di un servizio civile di nicchia e sul piano culturale sminuendone alcune finalità e la sua storia (l’educazione dei giovani, la difesa della Patria e il legame con la nonviolenza). Criteri questi in antitesi con un servizio civile popolare e di reale impatto educativo e culturale sulla società civile.
Per questo chiediamo che siano introdotti emendamenti alla legge finanziaria dando al Servizio Civile Nazionale nel 2009 le stesse risorse del 2008 e che siano superati gli impieghi inutili di risorse statali oggi esistenti (INPS e IRAP).
Per questo chiediamo che entro il mese di Gennaio 2009 siano definiti, con un percorso di piena consultazione dei giovani e degli enti, i contenuti della riforma legislativa per avere dal 2010 un nuovo quadro di certezze.
Posted: Novembre 16th, 2008 | Author: labomar | Filed under: POLITICA | Commenti disabilitati su POLITICA NELL’ANGOLO TUTTO IL POTERE E’ DELL’ECONOMIA di Luciano GALLINO
Repubblica — 15 novembre 2008
Allo scopo di rinnovare la classe politica sarebbe necessario rinnovare anzitutto il terreno al quale la politica si applica. Negli ultimi decenni tale terreno si è contratto, mentre i suoi contenuti divenivano estranei all’ agire politico in generale, sia dei cittadini che dei loro eletti. In Italia è intervenuta come in altri paesi una nuova "grande trasformazione", nel senso che Karl Polanyi vi dava più di sessant’ anni fa. L’ economia è esondata. E’ uscita dal suo alveo di strumento indispensabile per la sussistenza umana imponendosi alla società come fine ultimo. Read the rest of this entry »
Posted: Novembre 14th, 2008 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Commenti disabilitati su QUANDO LA CURVA E’ UN’OPERA D’ARTE
FEDERICO CARTELLI
il manifesto – 13 novembre 2008
La loro passione e il calore salentino sono proverbiali però adesso hanno avuto una celebrazione pubblica alquanto controversa. La curva dei tifosi del Lecce è diventata un’opera d’arte, ricercata, tanto da essere protetta da forze di polizia nella mostra in cui viene ospitata. E sì, perché i tifosi coi colori giallorossi del Lecce immortalati in una gigantografia si trovano in esposizione, a loro insaputa, nella Sala Murat, che è un contenitore culturale ubicato nel cuore di Bari vecchia. E subito è diventata ricercata, si diceva, la foto della curva leccese, ma non da intenditori o collezionisti di opere d’arte. Bensì dagli ultras baresi, da sempre «nemici» dei cugini leccesi, per oltraggiarla, quella foto, che messa in bella mostra lì nel centro storico, offende, a loro dire, la sensibilità sportiva della città di Bari e dei suoi tifosi.
Già frustrati per la squadra in B mentre il Lecce veleggia in serie A. Lo avevano detto agli operatori culturali che hanno allestito la rassegna, che bisognava rimuovere la gigantografia giallorossa, che se no la sua visione avrebbe istigato alla violenza. Niente, i buoni consigli non si ascoltano mai. Allora, qualche giorno fa un paio di ultras, disperati, hanno fatto irruzione nella galleria strappando e accartocciando quell’immagine indisponente. Tutto nella filosofia corrente dei supporter maniaci che spendono il campionato cercando di strappare bandiere e sciarpe ai tifosi avversari, in occasione di ogni partita, e meglio se dieci contro uno.
Tutto era cominciato il 29 ottobre scorso, quando a Bari ha aperto i battenti la Biennale d’arte contemporanea del Gap (Giovani artisti pugliesi). Vi partecipano poco più di una ventina di giovani emergenti con opere parecchio stravaganti, come possono essere solo le invenzioni artistiche. Fra queste, una gigantografia (quattro metri per tre) della fotografa brindisina Francesca Speranza, che non ha nulla di stravagante, intendiamoci, ma soltanto il torto di ritrarre una curva pittoresca (la Nord) dello stadio leccese Via del Mare. Niente gol di testa del giovane difensore Esposito o finezze di Tiribocchi e Giacomazzi, solo l’entusiasmo contagioso di una coreografia lungamente ideata e realizzata con parecchie ore di lavoro, una splendida «pensata» che meriterebbe la glorificazione sulle paginette di Supertifo, il tascabile dei sostenitori tutto cuore e olio di gomito.
Dopo l’episodio teppistico, la gigantografia è stata nuovamente esposta, ma stavolta con i segni dello sfregio subito e chiunque dei visitatori potrà lasciare su un registro il proprio pensiero sull’accaduto. Le curatrici della mostra e l’assessore alla cultura del comune di Bari hanno deciso che la rassegna proseguirà come da programma fino al 18 novembre.
Anche se le stesse curatrici e l’autrice della foto hanno ricevuto intimidazioni fin dal primo giorno dell’apertura. Le due società di calcio, del Lecce e del Bari, non hanno mancato di deplorare ovviamente l’atto vandalico. E a questo punto la mostra d’arte diventa blindata, con carabinieri in camionetta che piantonano l’ingresso per tutelare personale della galleria e visitatori. Oltre che una foto sportiva la quale, oramai sfregiata, diviene, adesso sì, un reperto artistico prezioso. Da custodire gelosamente.
Posted: Novembre 13th, 2008 | Author: labomar | Filed under: GENERALE | Commenti disabilitati su DICHIARAZIONE di Paolo Beni
L’Arci parteciperà alla manifestazione nazionale di Roma contro la legge 133. Per un sapere libero e critico
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
Le "aperture" del governo sono state considerate del tutto insufficienti, visto che vengono sostanzialmente confermati l’impianto della legge 133 e del decreto Brunetta, i tagli, l’apertura ai privati attraverso le fondazioni.
Le scelte del governo finirebbero per assestare il colpo di grazia al ruolo dell’università e della ricerca pubblica nel nostro paese. Il turnover selvaggio dei docenti (una assunzione ogni cinque pensionamenti) lascerebbe gli atenei senza il numero di insegnanti necessari alla didattica e priverebbe la nuova generazione di ricercatori di uno sbocco professionale.
Con un taglio al Fondo di finanziamento di quasi un miliardo e mezzo di euro dal 2009 al 2013, le università si troverebbero nell’impossibilità di operare, se non aprendo le porte alla fondazioni private, con conseguenze facilmente immaginabili sulla qualità, obiettività e serietà della ricerca, oltre che sulla accessibilità per gli studenti meno abbienti. Rappresenterebbe la definitiva abdicazione dello Stato al suo dovere, previsto dalla Costituzione, di garantire a tutti l’opportunità di formarsi intellettualmente.
Il mondo dell’associazionismo ha deciso di non restare fermo di fronte allo scempio di diritti fondamentali per la costruzione della cittadinanza come quelli all’educazione, alla istruzione, alla formazione permanente.
Per questo ha promosso l’ appello "Per una scuola capace di futuro", in cui propone tra l’altro di organizzare un Forum nazionale per la scuola, dove coinvolgere i tanti soggetti che credono nel ruolo fondamentale dell’istruzione pubblica e vogliono mettere in comune riflessioni e proposte per una sua riqualificazione.
L’Arci ha deciso di stare al fianco del grande movimento di protesta che si è diffuso in tutta Italia, e il 14 novembre sarà in piazza per ribadire che vogliamo vivere in un paese colto e moderno, in cui l’istruzione venga considerata un bene pubblico da tutelare per il futuro di tutti noi.
Roma, 13 novembre 2008
Posted: Novembre 13th, 2008 | Author: labomar | Filed under: POLITICA | Commenti disabilitati su PARTECIPA AL NETSTRIKE!
Giovedì 13 NOVEMBRE – ore 14.00
Loro fermano il nostro futuro… noi fermiamo i loro siti.
Il 13 Novembre alle ore 14:00 partecipa al Netstrike contro uno dei siti che rappresenta coloro che vogliono sottrarci il nostro futuro distruggendo l’università pubblica e laica. Il Netstrike è una forma di protesta online che consiste nel bloccare temporaneamente un sito, un po’ come si fa con una strada.
Cosa devi fare? Organizzati per avere un accesso ad internet intorno alle 14:00
del 13 novembre, per visitare il sito www.miur.it.
Ingredienti: un browser e 5 minuti del tuo tempo.
Apri il tuo browser (Va bene uno qualunque come ad esempio: Firefox, Internet Explorer, Opera, Safari, ecc). Poi scegli se:
* ricaricare la pagina principale, premendo il tasto F5 (oppure CTRL+R),
piu volte
* navigare per alcuni minuti all’interno del sito
* Usare la nostra pagina automatica, che si ricarica da sola ogni 5 secondi
lasciandoti il tempo per bere un buon the’.
Altre info su: http://www.autistici.org/133strike/
Posted: Novembre 8th, 2008 | Author: labomar | Filed under: LIBRI | Commenti disabilitati su LETTURE
Il termine “decrescita” suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell’incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate.
L’oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico.
Bisogna ripensare la società inventando un’altra logica sociale. Ma qui si pone la questione più difficile: come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo? Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l’economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, bisogna garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una Società della decrescita.
Tutti temi questi che già a vario titolo compaiono nell’agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico. Questo libro ne è il manifesto teorico.