Tredici ore di musica, arte e voci. A Nardò, il 20 settembre, il tempo di una giornata di lavoro nei campi si sposta in piazza Salandra per “Schiavitù. Schiavo io” con artisti, associazioni, gruppi e liberi cittadini, che si incontreranno per dare voce, ognuno con la propria forma d’arte, a un convinto “no” al caporalato e ad ogni forma di schiavitù. La Puglia, capitale del turismo e del divertimento, non ce l’ha fatta a stendere un velo sulla cronaca che ha raccontato, ancora una volta, vicende di sfruttamento, schiavitù e, purtroppo, morte. Su tutte, quella di Mohammed Abdullah, 47enne sudanese deceduto il 20 luglio scorso mentre raccoglieva pomodori nelle campagne di Nardò, e quella di Paola Clemente, morta una settimana prima nelle campagne di Andria a 49 anni, per due euro l’ora: vicende che hanno suscitato scalpore riaccendendo i fari su una situazione che persiste, sempre drammatica, da decenni.
di Luciano Gallino – Uno dei principali esiti del Jobs Act, a danno dei lavoratori, sarà la liquidazione di fatto del contratto nazionale di lavoro (cnl), in attesa di una legge — di cui il governo parlerà, sembra, a gennaio — che ne sancisca anche sul piano formale la definitiva insignificanza rispetto alla contrattazione aziendale e territoriale.
D’altra parte la strada verso tale esito nefasto era già stata tracciata dagli accordi interconfederali del giugno 2011 e del novembre 2012 (non firmato dalla Cgil). In essi venivano assegnate al cnl dei compiti del tutto marginali rispetto alla sua funzione storica: che sta nel difendere la quota salari sul Pil, cioè la parte di reddito che va ai lavoratori rispetto a quella che va ai profitti e alle rendite finanziarie e immobiliari. Grazie al progressivo indebolimento del cnl, dal 1990 al 2013 tale quota è diminuita in Italia di circa 7 punti, dal 62 per cento al 55. Si tratta di oltre 100 miliardi che invece di andare ai lavoratori vanno ora ogni anno ai possessori di patrimoni, dando un contributo di peso all’aumento delle disuguaglianze di reddito e di ricchezza. Read the rest of this entry »
Ancora oggi, mentre il paese affoga sotto il maltempo, i drammi sociali e del lavoro, la Commissione Europea continua a chiedere all’Italia maggiori impegni per le privatizzazioni e per la spending review.
Una leadership europea priva di legittimità democratica e del tutto screditata continua a dare ordini e a fare danni enormi nel nostro continente. Read the rest of this entry »
di Maurizio Landini* – Una manifestazione aperta, che ha l’obiettivo di riunificare il mondo del lavoro. Sabato 18 maggio i metalmeccanici della Fiom-Cgil scendono in piazza a Roma per proporre un’idea diversa di uscita dalla crisi, alternativa alle politiche di austerità imposte dalla Bce. Prima il governo Berlusconi ha spiegato che la crisi non c’era, poi il governo Monti, in nome di quella crisi che era stata fino a quel momento negata, l’ha utilizzata per legittimare le politiche di austerità, senza intervenire sui motivi che l’avevano generata. A cinque anni di distanza, abbiamo assistito a uno spostamento della ricchezza senza precedenti: oggi il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza. In più, le imprese hanno utilizzato la crisi per smantellare il sistema dei diritti nel nostro Paese. Hanno ‘sfregiato’ l’articolo 18, derogato ai contratti e alle leggi, tagliato la spesa sociale, ridotte le pensioni. Hanno addirittura provato a generare una guerra tra lavoratori. Read the rest of this entry »
di Piero Bevilacqua – Persino Hegel, teorizzatore dello stato etico, ha vigorosamente sostenuto che «l’uomo che muore di fame» ha non solo il diritto, «ma il diritto assoluto di violare la proprietà di un altro» per assicurarsi la sopravvivenza. Lo ricorda Domenico Losurdo in Hegel e la libertà dei moderni. Ecco un principio fondativo della modernità, quella categoria che designa un’epoca della spiritualità occidentale, oggi diventato un lemma sdrucito del linguaggio pubblicitario.
Di fronte alla persona che giace nel più estremo bisogno, perfino la proprietà privata, il più solido architrave della società borghese, deve cedere il passo. Dopo la conquista dell’habeas corpus, uno dei diritti fondamentali della prima età moderna, volto a tutelare l’individuo dall’arbitrio del potere assoluto, ecco un principio eversore dell’ordine dominante: il diritto della persona umana a non soccombere a quella totale assenza di diritti generata dal bisogno estremo. Read the rest of this entry »
Il Paese sta vivendo con grave disagio gli effetti della crisi: disoccupazione, impoverimento e precarietà di fasce sempre più ampie della popolazione sono i sintomi di una vera emergenza sociale; il mondo del lavoro paga il prezzo più alto con il rischio di un pesante arretramento dei diritti. Dai governi europei non emergono strategie in grado di rilanciare l’economia, ma solo l’adozione di rigide misure di austerità che rischiano di alimentare una spirale recessiva e compromettere ogni possibilità di ripresa. Read the rest of this entry »
All’ on. Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica
Signor Presidente,
non credo di mettere in causa l’esercizio del Suo mandato al di sopra delle parti politiche e sociali, chiedendoLe, da semplice cittadina che ha avuto, anche se solo per età, il privilegio di seguire il lavoro dei costituenti, di voler intervenire con un richiamo al paese su quel che la Costituzione prescrive in tema di diritti sindacali. Gli articoli 39 e 40 infatti non sono, come può constatare anche una non giurista, principi ottativi che testimoniano di un indiscutibile spirito dei costituenti ma cui, per mancanza delle articolazioni successive, un cittadino non si può appellarsi per veder riconosciuto un suo diritto. Sono del tutto inequivoci e la loro attuazione è stata regolamentata dalle leggi. Read the rest of this entry »
In città si stanno moltiplicando i negozi con la vistosa insegna gialla «Compro oro». Erano pressoché sconosciuti fino a un paio di anni fa, ora crescono come funghi: appena un paio in centro, gli altri – decine – nelle ex barriere operaie, Borgo San Paolo, Barriera di Milano, Mirafiori sud… Acquistano tutto, anche le protesi dentarie. D’altra parte Torino ha fatto segnare nel 2010 il non invidiabile primato nella crescita dei pignoramenti di alloggi, con un +54,8% nei primi dieci mesi dell’anno rispetto al già duro 2009. E si calcola – sono dati impressionanti – che un 35-40% dei lavoratori metalmeccanici torinesi abbia fatto ricorso, nell’ultimo biennio, alla cessione del quinto dello stipendio, per pagare le rate in sospeso, o semplicemente per arrivare alla fine del mese. Read the rest of this entry »
Il referendum è uno strumento democratico in cui le persone possono dire la loro su un tema che li riguardi direttamente. Imporre lo strumento del voto perché si accetti di non poter votare mai più, non è un paradosso o un ossimoro, è un gigantesco imbroglio, che si trasforma in un odioso ricatto nel momento in cui la formulazione del quesito referendario suona così: accetti di rinunciare ai tuoi diritti, compreso quello di ammalarti, scioperare, persino mangiare se la domanda di automobili dovesse schizzare in alto, eleggere i tuoi rappresentanti sindacali, in cambio della salvezza del posto di lavoro? Read the rest of this entry »
Posted: Ottobre 5th, 2010 | Author:labomar | Filed under:POLITICA | Tags:diritti, lavoro, precari | Commenti disabilitati su Il 16 ottobre in piazza. Appello di Pietro Ingrao a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori
“Se sei di sinistra dillo forte”. Il 16 ottobre un’altra chance per la sinistra italiana per rivivere lo spirito unitario e per riallacciare un discorso collettivo alla società. La crisi non può essere utilizzata per cancellare i diritti, la democrazia e la dignità del lavoro. Perché anche il lavoro è un bene comune.