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Posted: Giugno 27th, 2015 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI, POLITICA | Tags: default, grecia, il manifesto, marco revelli, stop troika | Commenti disabilitati su Contro il totalitarismo finanziario, l’Europa o cambia o muore
di Marco Revelli – L’«economia che uccide» di cui parla il papa la vediamo al lavoro in questi giorni, in diretta, da Bruxelles. Ed è uno spettacolo umiliante. Non taglia le gole, non ha l’odore del sangue, della polvere e della carne bruciata. Opera in stanze climatizzate, in corridoi per passi felpati, ma ha la stessa impudica ferocia della guerra. Della peggiore delle guerre: quella dichiarata dai ricchi globali ai poveri dei paesi più fragili. Questa è la metafisica influente dei vertici dell’Unione europea, della Bce e, soprattutto, del Fondo monetario internazionale: dimostrare, con ogni mezzo, che chi sta in basso mai e poi mai potrà sperare di far sentire le proprie ragioni, contro le loro fallimentari ricette. Read the rest of this entry »
Posted: Novembre 25th, 2011 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI, POLITICA | Tags: crisi finanziaria, debito pubblico, democrazia, economia, etienne balibar, europa, il manifesto | Commenti disabilitati su Una sovranità chiamata debito
di Etienne Balibar – «Il ricatto del caos, la minaccia continuamente ribadita di un degradazione del debito, possono tetanizzare i riflessi democratici». Il manifesto, 25 novembre 2011
Che cosa è accaduto in Europa, tra la caduta del governo greco e italiano, e il disastro della sinistra spagnola alle elezioni di domenica scorsa? Una peripezia nella piccola storia dei rimpasti politici che si estenuano a inseguire la crisi finanziaria? Oppure il superamento della soglia nello sviluppo di questa crisi che ha compromesso irreversibilmente le istituzioni e le loro modalità di legittimazione? A dispetto delle incognite, bisogna rischiare un bilancio. Read the rest of this entry »
Posted: Maggio 22nd, 2011 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Tags: Alessandro Robecchi, ballottaggi Milano, il manifesto, milano libera, Pisapia Sindaco, sinistra | Commenti disabilitati su IL BANDITO GIULIANO
di Alessandro Robecchi
Va bene quando la realtà supera la fantasia, ma quando le dà tre giri di pista c’è da festeggiare a champagne. La notizia di ieri è che Giuliano Pisapia, il prossimo sindaco di Milano, ha sventato un furto d’auto, consentendo alle forze dell’ordine di fermare il malvivente, già autore di uno scippo. Vedere un noto ladro d’auto bloccare un collega in azione fa sempre un certo effetto, è come se Renzo Bossi insegnasse la sintassi a Calderoli. Ora che il miracolo della legalità è compiuto, non resta che mandare un caro pensiero ai sallustiani del settimo giorno. Gente che ha investito energie, tempo e soldi per descrivere il futuro sindaco di Milano come Landrù. Giuliano Pisapia, quello che trasformerà Milano in una Mecca per gay (titolo su Libero), in un paradiso dei drogati, nella Stalingrado d’Italia (copyright un anziano signore bollito a reti unificate), sventa un furto, la miglior mossa pensabile per tranquillizzare l’elettorato milanese che la destra si sforza di spaventare. Read the rest of this entry »
Posted: Gennaio 24th, 2011 | Author: labomar | Filed under: ARTICOLI | Tags: democrazia, diritti, giustizia sociale, il manifesto, rivolta, robecchi, tunisia | Commenti disabilitati su Invidia delle ruspe tunisine
di Alessandro Robecchi
Confesso di aver provato invidia. Non per la generosità di tante giovani ragazze dispostissime a donare un organo, e poi dicono che i giovani sono egoisti! E nemmeno invidia per le seratine di Arcore, o per le buste di soldi, né per amici tanto fedeli (Lele, Emilio), né per la consigliera regionale in topless. No. Ho provato invidia per i tunisini che si portavano via con la ruspa la Ferrari di Ben Alì al grido: “Questi sono soldi nostri”. Succederà mai da queste parti? Ne avremo mai l’ardire, proveremo mai il brivido di considerare seriamente che troppe cose nostre ci sono state rapinate, avremo mai il coraggio di riprendercele? Non so se la dignità di un paese si possa spostare con la ruspa, ma insomma, sarebbe il caso di verificare. E la ricchezza esagerata allora? Costruita con aziende scippate con destrezza, con giudici corrotti alla bisogna, con leggi fatte apposta per favorirne l’espansione smisurata, non sarebbe roba nostra, o almeno un po’ meglio distribuita? E l’informazione, allora? Non sarebbe una cosa nostra quella parte di servizio pubblico che oggi scodinzola minzolinianamente? E la decenza, la decenza decapitata che vede ancora un anziano selezionatore di pupe alla guida di un telegiornale nazionale, non sarebbe anche quella una cosa da riprenderci con la ruspa?
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