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PALESTINA LIBERA!

Posted: Gennaio 6th, 2009 | Author: | Filed under: POLITICA | Commenti disabilitati su PALESTINA LIBERA!

Stato d’assedio

Mahmoud Darwish*

 

Qui, fra spirali di fumo, sui gradini di casa,

Non c’è tempo per il tempo.

Come chi s’innalza verso Dio,

Dimentichiamo il dolore.

 

Nulla qui riecheggia Omero.

I miti bussano alla nostra porta, se vogliono.

Nulla riecheggia Omero. Qui, un generale

Scava alla ricerca di uno stato addormentato

Sotto le rovine di una Troia che verrà.

 

Voi, ritti in piedi sulla soglia, entrate,

Bevete con noi il caffè arabo.

Sentirete che siete uomini come noi.

 

Voi, ritti in piedi sulla soglia delle case,

Uscite dalla nostra alba.

Ci sentiremo sicuri di essere

Uomini come voi!

 

Quando gli aerei scompaiono, spiccano il volo le colombe

Bianchissime, lavano la gota del cielo

Con ali libere, riprendono il bagliore e il possesso

Dell’etere e del gioco. In alto, ancora più in alto volano via

Le colombe bianchissime. Ah, se il cielo

Fosse vero… (mi ha detto unuomo correndo fra due bombe).

 

I cipressi, dietro i soldati, minareti che s’innalzano

Per non far crollare ilcielo. Dietro la siepe di ferro

Pisciano i soldati – alriparo di un tank –

E la giornata autunnale conclude la sua traiettoria dorata

In una strada vasta come una chiesa dopo la messa domenicale…

 

(A un assassino) Se avessi contemplato il volto della vittima

E riflettuto, ti saresti ricordato di tua madre nella camera

A gas, avresti buttato via le ragioni del fucile

E avresti cambiato idea: non è così che si ritrova un’identità.

 

L’assedio è attesa,

Attesa su una scala inclinata

Dove più infuria l’uragano.

 

Soli, siamo soli a bere l’amaro calice,

Se non fosse per le visite dell’arcobaleno.

 

Abbiamo dei fratelli dietro quella spianata,

Fratelli buoni, che ci amano. Ci guardano e piangono.

Poi si dicono in segreto:

"Ah! Se quest’assedio venisse dichiarato…"

Lasciano la frase incompiuta:

"Non lasciateci soli, non abbandonateci".

 

Le nostre perdite: da due a otto martiri, giorno dopo giorno.

E dieci feriti.

E venti case.

E cinquanta ulivi…

Aggiungeteci la perdita intrinseca

Che sarà il poema, l’opera teatrale, la tela incompiuta.

 

Una donna ha detto alla nube: copri il mio amato

Perché ho le vesti grondanti del suo sangue.

 

Se non sei pioggia, amor mio

Sii albero

Colmo di fertilità, sii albero

Se non sei albero, amor mio

Sii pietra

Satura d’umidità, sii pietra

Se non sei pietra, amor mio

Sii luna

Nel sogno dell’amata, sii luna

(Così una donna che dava sepoltura al figlio)

 

O ronde della notte! Non siete stanche

Di spiare la luce nel nostro sale

E l’incandescenza della rosa nella nostra ferita,

Non siete stanche, rondedella notte?

 

Un lembo di questo infinito assoluto azzurro

Basterebbe

Ad alleviare il fardello di questo tempo

E a spazzare via la melma diquesto luogo.

 

Che l’anima scenda dalla sua cavalcatura

E cammini con passi di seta

Al mio fianco, mano nella mano, come due amici

Di vecchia data che condividono il pane secco

E un bicchiere di vino della vecchia vigna,

Per poter attraversare insieme questa strada.

Poi i nostri giorni seguiranno sentieri diversi:

Io al di là della natura, e lei,

Lei preferirà inerpicarsi su un’altra vetta.

 

Siamo lontani dal nostro destino come gli uccelli

Che fanno il nido negli anfratti delle statue,

O nella cappa del camino, o nelle tende

Dove riposava il principe andando a caccia.

 

Sulle mie macerie spunta verde l’ombra,

E il lupo sonnecchia sulla pelle della mia capra.

Sogna come me, come l’angelo,

Che la vita sia qui… non laggiù.

 

Quando si è assediati, il tempo diventa spazio

Pietrificato nella sua eternità

Quando si è assediati, lo spazio diventa tempo

Che ha fallito il suo ieri eil suo domani.

 

Questo martire mi assedia ogni volta che vedo spuntare un nuovo giorno

E mi chiede: Dov’eri? Annota sui dizionari

Tutte le parole che mi hai offerto

E libera i dormienti dal ronzio dell’eco.

Il martire mi spiega: Non ho cercato al di là della spianata

Le vergini dell’immortalità, perché amo la vita

Sulla terra, fra i pini e gli alberi di fico,

Ma era inaccessibile, così ho preso la mira

Con l’ultima cosa che mi appartiene: il sangue

Nel corpo dell’azzurro.

 

Il martire mi avverte: Non credere alle loro storie

Credi a me, padre, quando  osservi la mia foto e chiedi piangendo:

Come hai potuto scambiare le nostre vite, figlio mio,

Perché mi hai preceduto? C’ero io, c’ero prima io!

 

Il martire non mi da tregua:mi sono solo spostato

Con i miei mobili consunti.

Ho posato una gazzella sul mio letto,

E una falce di luna sul mio dito,

Per alleviare la mia pena.

L’assedio continuerà, per convincerci a scegliere

Una schiavitù che non fa male,

In piena libertà!

 

Resistere significa: accertarsi della forza

Del cuore e dei testicoli, e del tuo male tenace:

Il male della speranza.

 

In quel che resta dell’alba, cammino verso il mio involucro esterno

In quel che resta della notte, ascolto il rumore dei passi rimbombare al mio interno

Saluto chi come me insegue

L’ebbrezza della luce, lo splendore della farfalla,

Nell’oscurità di questo tunnel.

 

Saluto chi beve con me dal mio bicchiere

Nelle tenebre di una notte che entrambi ci avvolge:

Saluto il mio spettro.

 

Per me i miei amici preparano sempre una festa

Da Dio, una sepoltura serena all’ombra delle querce

Un epitaffio inciso nel marmo del tempo

E sempre ai funerali li precedo correndo:

Chi è morto… chi?

 

La scrittura, un cucciolo che morde il nulla

La scrittura ferisce senza lasciar tracce di sangue.

 

Le nostre tazze di caffè. Gli uccelli, gli alberi verdi

Nell’ombra azzurrina, il sole che scivola di muro

In muro con balzi di gazzella

L’acqua delle nubi dalla forma illimitata – tutto quel che ci resta.

 

Il cielo. E altre cose dai ricordi sospesi

Rivelano che questo mattino è potente splendore,

E che noi siamo i convitati dell’eternità.

 

* Questa poesia è statascritta nel 2002 da Mahmoud Darwish, il massimo poeta palestinese, morto unanno fa. 

 


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