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DICONO CHE SAREMO PIÙ SICURI…NOI CI SENTIAMO MENO LIBERI

Posted: Febbraio 23rd, 2009 | Author: | Filed under: POLITICA | Commenti disabilitati su DICONO CHE SAREMO PIÙ SICURI…NOI CI SENTIAMO MENO LIBERI

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Le famigerate “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (DDL 733bis), meglio nte come pacchetto sicurezza, approvate in Senato il 5 febbraio scorso, sono state arricchite da un emendamento
(il 50bis) in coda all’articolo che istituisce la schedatura dei senza
fissa dimora. Se approvato, l’articolo 50bis (”Repressione di attività
di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”)
rischia di essere il tentativo più forte di repressione della libertà
di espressione ancora possibile su Internet. Un vero e proprio atto di
censura.
L’ignobile proposta riguarda i “delitti di istigazione a delinquere o a
disobbedire alle leggi, ovvero (…) delitti di apologia di reato,
previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali” commessi
tramite Internet. E prevede che il Ministro degli Interni possa,
tramite proprio decreto in seguito a una segnalazione dei giudici,
disporre “l’interruzione della attività indicata, ordinando ai
fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi
strumenti di filtraggio necessari a tal fine”. Il tutto dovrà essere
posto in atto, dai fornitori di connettività, entro 24 ore dalla
decretazione, pena una multa da 50 a 250 mila euri.
L’articolo viene collegato a una recente non-notizia pompata da tutti i
media, ovvero l’esistenza su un noto social network di un gruppo di
amici dei mafiosi; se la norma di cui sopra fosse stata già in vigore,
il Ministro degli Interni avrebbe potuto imporre anche l’oscuramento di
tutto il social network nel caso in cui alla sua richiesta di
eliminazione delle pagine interessate fosse stato opposto un rifiuto.
Questo ennesimo giro di vite dimostra che l’intolleranza crescente
verso i non allineati si è indirizzata stavolta verso un mezzo di
comunicazione attraverso il quale si possono esprimere liberamente le
proprie idee: la legge infatti colpisce dei “reati d’opinione” e non
certo dei comportamenti più o meno pericolosi per gli altri. Non è la
prima volta che il governo, destra o sinistra che sia, prova a mettere
il bavaglio a Internet col sistema del blocco dei siti scomodi. Era già
successo nel recente passato con i siti di scommesse che non pagano
pegno allo stato, con quelli che vendono sigarette senza pagare il
monopolio e con i siti “pedopornografici”, e adesso sembra che debba
toccare anche a quelli dove si esprimono idee che contrastano con le
leggi vigenti.
Attacchi del genere non avvengono certamente a caso: più aumentano le
persone collegate in Rete e maggiore è il flusso di comunicazione che
producono; più facile diventa esprimere le proprie opinioni davanti a
una platea potenzialmente grandissima e maggiore è la necessità che il
controllo statale e poliziesco non perda il suo potere repressivo.
Ieri con le leggi fasciste sulla stampa (ancora in vigore), applicate a
discrezione contro volantini, manifesti o pubblicazioni scomode e oggi
con questa nuova norma indirizzata verso le nuove tecnologie di
comunicazione.
E molto probabilmente non è ancora tutto: sempre in queste settimane si
sta discutendo sull’emanazione di nuovi provvedimenti contro quelli che
scaricano da Internet film e musica senza pagare i diritti d’autore, di
come contrastare i programmi che permettono di telefonare quasi gratis
e senza essere intercettati e di come impedire
qualunque espressione anonima in rete. Dall’altra parte del mondo,
intanto, in Nuova Zelanda, stanno per far diventare la dottrina Sarkozy
realtà, obbligando gli Internet provider a scollegare dalla rete
qualunque utente sospettato di violazione reiterata del diritto
d’autore. Per protestare contro questa legge, dal 16 al 23 febbraio è
in corso un Internet blackout cui si può partecipare dalle più varie piattaforme.

Fonte:Autistici/Inventati

Ecco cosa prevede il pacchetto sicurezza:

http://www.meltingpot.org/articolo13609.html

 


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