“la primaVERA maniFESTA”: un invito aperto per la resistenza comunitaria.
Posted: Maggio 28th, 2013 | Author: labomar | Filed under: AUTOPRODUZIONE, DONO, OSPITALITA', POLITICA, PROGETTI | Tags: autoproduzione, beni comuni, comunità, dono, la primavera manifesta, ospitalità | Commenti disabilitati su “la primaVERA maniFESTA”: un invito aperto per la resistenza comunitaria.Con una grande fatica organizzativa, anche per quest’anno, siamo giunti a proporvi la sesta edizione de “la primaVERA maniFESTA”, un progetto che consideriamo paragonabile alla battaglia di Davide contro Golia.
Nell’idea di fondo dei nostri sforzi si manifesta una resistenza consapevole per la difesa dei valori immateriali di una comunità contro un processo sistemico di omologazione al pensiero unico liberista. Consideriamo la manifestazione uno spazio aperto alla partecipazione, lontano dall’isteria dei formalismi, in cui l’adesione è la semplice libertà nel riconoscersi nella piattaforma progettuale (qui allegata) della nostra missione. In cui, la partecipazione avviene in forma singola o associativa e il contributo è nell’elaborazione autonoma degli stessi a patto di rispettare gli elementi costitutivi del progetto di «altra società». L’invito, pertanto, è aperto a tutti. Se in qualche modo vi sentite di riconoscervi nel nostro umile tentativo di resistenza potrebbe bastare la vostra presenza per esprimere l’adesione oppure potete contattarci su lom@inventati.org, potremmo offrirvi qualche suggerimento.
Non scoraggiamoci: Golia ha perso, noi siamo ancora in piedi.
Leggi di seguito la piattaforma progettuale della manifestazione.
La PrimaVERA maniFESTA: Dono, Autoproduzione e Ospitalità
di Laboratorio Omar Moheissi
La PrimaVERA maniFESTA è una “festa del locale” in cui si riflette sul valore dei beni comuni della comunità tra una lunga storia di autoproduzione, dono e ospitalità. La manifestazione è uno spazio culturale aperto al confronto, alla condivisione, alla socialità, all’espressione, alle contaminazioni, allo scopo di rendere visibili i valori immateriali. Uno spazio di scambio sentimentale, armonioso, gioviale, pacifico, sereno, felice. L’obiettivo è far maturare nuovi momenti di ri-appropriazione del senso di cittadinanza e di promozione del patrimonio culturale, ma anche riflettere sui contenuti dei temi trattati per costruire un percorso di consapevolezza e di emancipazione dal libero mercato.
La Manifestazione, che giunge quest’anno alla sesta edizione, è ideata e organizzata dall’associazione culturale lab. Omar Moheissi con la collaborazione di diverse realtà associative locali. L’iniziativa che si svolgerà come ogni anno il primo di giugno sarà momento per annodare i valori comunitari e l’arte del saper fare attraverso la cultura, la musica e la gastronomia locale.
Il progetto matura nella convinzione che intorno alla società dei consumi così come la stiamo attraversando in questi ultimi due decenni viene meno ogni forma di bene relazionale, generando omologazione e svuotando la comunità del proprio patrimonio sociale e culturale. Questo modello fondato su un iper-produttivismo sregolato trasforma i valori originariamente connotativi dei nostri luoghi cambiandone il senso e il suo statuto di riferimento.
La storia del nostro territorio e di ciascun abitante si dirige verso il disconoscimento dell’importanza dei beni immateriali, in realtà fonte di ricchezza sociale. Si è venuta a creare una rottura storica che ha originato un divario generazionale incolmabile. I linguaggi mutano al mutare dei bisogni. Il confronto tra un padre sessantenne e un figlio ventenne diventa disarmonico sulla scala valoriale. I valori cambiano nel tempo al mutare dei bisogni, tuttavia non sempre quelli nuovi che si affermano hanno un’accezione positiva. I bisogni del terzo millennio incorporano artificiosità, essendo per la maggior parte creati nel “mercato delle voglie”. La spontaneità nei rapporti di produzione viene alterata dalla esigenza di mercato di trarre profitto dai prodotti. In una economia di mercato il valore del dono non sempre è congeniale. La gratuità, ciò che per noi costituisce un valore illimitato, spesso è considerata una diseconomia. Autoproduzione e ospitalità non producono ricchezza nella economia di mercato per il fatto che spesso non generano PIL, unico indice deputato a stabilire il livello di benessere nella nostra società. In realtà il dono, l’autoproduzione e l’ospitalità hanno prodotto e producono economia e benessere sul nostro territorio, presentandosi ad oggi come l’unica forma di resistenza attuabile per contrastare le crisi che ci travolgono.
Con la primaVERA maniFESTA cerchiamo di difendere i saperi collettivi locali e che oggi possiamo chiamare beni comuni. Si promuove la lotta contro il consumismo condividendo l’idea di una qualità della vita migliore e più legata alla nostra storia. Una società materialista e produttivista in cui la produzione e il consumo diventano aspetti distaccati dalle necessità umane, oltre che lontani dalla tutela della salute e dal rispetto dei diritti umani, non fa parte della nostra storia.
In pratica, la manifestazione si propone come opposizione al modello socio-economico dominante utilizzando gli strumenti della partecipazione attiva, valorizzando lo spirito del dono e rafforzando la cultura dell’ospitalità. Non meno importante sarà il valore del saper fare sintetizzato nelle autoproduzioni culinarie che gli abitanti offriranno per l’occasione e che saranno un momento concreto di congiunzione con il dono e l’ospitalità.
In questo scenario avanzeremo l’autoproduzione come alternativa al consumismo e come riscoperta del piacere di creare da sé. Perché autoprodurre vuol anche dire: migliore qualità e autenticità del prodotto; ridurre la distanza alimentare; accorciare le catene distributive e commerciali; sviluppare la cooperazione produttiva; praticare politiche dei prezzi che avvantaggino i produttori e i consumatori. Il dono come effetto dell’autoproduzione, momento di distacco dall’economia del profitto, ma anche di valorizzazione dell’atto del donare senza secondi fini, stimolando un rapporto di collaborazione, cordialità e amicizia tra sconosciuti. Infine, l’ospitalità come completamento dell’azione del donare, come accettazione dell’altro, del diverso, come accoglienza senza pregiudizi.
Questi tre elementi che noi consideriamo valori saranno i protagonisti della tavolata conviviale, realizzata con i doni offerti dalla nostra comunità e che rappresenterà l’invito ospitale alla partecipazione delle comunità limitrofe con le quali condividere la gioia della socialità.
Farà da collante tra questi temi uno spazio di discussione pensato come momento di approfondimento del progetto e animato con ospiti autorevoli. Quest’anno al centro del dibattito ci sarà una proiezione sulla cultura ribelle della nostra enogastronomia proposta come base per un’economia solidale locale e legata con la categoria dei beni comuni in una prospettiva di sollecitazione ad un’opposizione al liberismo dei mercati: una riflessione più ampia sulle potenzialità di ribellione offerte dalla propria storia identitaria.
Non mancherà l’espressione creativa artistica, musicale e uno spazio di intrattenimento per i più piccoli. Tutto nel rigore di un pensiero elaborato dal basso, per costruire insieme l’alternativa al modello unico.