UN MILIARDO DI AFFAMATI E QUASI DUE MILIARDI DI BOVINI DA ALLEVAMENTO
Posted: Luglio 19th, 2009 | Author: labomar | Filed under: DECRESCITA | Commenti disabilitati su UN MILIARDO DI AFFAMATI E QUASI DUE MILIARDI DI BOVINI DA ALLEVAMENTOfonte: unaltralimentazione.org
Nei giorni scorsi è stato lanciato l’ennesimo comunicato stampa di allarme globale
dalla FAO: "per la prima volta nella sua storia, l’umanità ha superato
la soglia del miliardo di persone che soffrono la fame". Nessuno o
quasi sembra voler riflettere su due aspetti fondamentali del problema:
1) l’umanità non aveva mai raggiunto prima la soglia di 6 (forse quasi 7?) miliardi di unità!
2) un mondo in crescita numerica esponenziale non potrà che vedere
esponenzialmente aumentare i suoi problemi di approvvigionamento,
specialmente se destina la maggior parte delle sue risorse alimentari
per nutrire animali da macello, che siano di piccola o media e grossa
taglia.
Come diciamo da più di un decennio, gli animali da ingrasso non
assorbono soltanto nutrienti che potremmo mangiare noi stessi ma,
anche, grandi quantità di acqua, e combustibili fossili, oltre che
tonnellate di antibiotici e altri medicinali.
Finalmente anche Greenpeace e Beppe Grillo
hanno dato un’occhiata al libro di Jeremy Rifkin "Ecocidio, l’ascesa e
la caduta della cultura della carne", e si sono resi conto che "la
massaia che compra al supermercato una bistecca, o in un negozio del
centro un paio di scarpe, una borsa di marca o un cosmetico è complice
inconsapevole della distruzione della più grande area verde del
pianeta", vale a dire l’Amazzonia.
Anche la trasmissione Report ha dedicato un’intera puntata
alla questione dei consumi di carne e dei relativi rischi ambientali e
per la salute umana ma è necessario capire che per modificare i nostri
stili di consumo ci vuole, prima di tutto, una generale presa di
coscienza politica dei rischi cui stiamo andando incontro…
In
altre parole, è come se i Paesi più ricchi del globo non siano soltanto
responsabili di affamare direttamente i Paesi meno sviluppati
attraverso l’esproprio delle risorse minerarie o petrolifere ma stiano
ingrassando miliardi di animali a discapito della possibilità di
nutrire con cereali e soia le popolazioni del secondo, terzo e quarto
mondo.
Di fatto, i bovini e i suini allevati intensivamente, consumano risorse come se sulla Terra vivessero altri nove miliardi di persone!
L’Italia non fa eccezione in questa generale schizofrenia alimentare:
secondo gli autori della puntata di Report citata, Michele Buono e
Piero Riccardi, "In Italia siamo 60 milioni di abitanti e consumiamo
circa un centinaio di chili di carne a testa, per lo più come in Europa
e negli Stati Uniti. E così per soddisfare i nostri appetiti macelliamo
circa 500 milioni di polli all’anno, 4 milioni di bovini e 13 milioni
di suini, ma siccome non ci bastano il resto lo importiamo".
Pensare che i singoli cittadini, le persone, possano comprendere
realmente la gravità di questi dati e porvi rimedio da soli – per
esempio riducendo i consumi di carne e derivati del 30% da subito – è
pura utopia, senza una massiccia campagna di informazione che dovrebbe
essere attuata a livello governativo gentrale e periferico e dalle
istituzioni sovrannazionali dell’Unione Europea.
Ma questo non potrà avvenire se – come accade – l’Unione non sarà altro
che un mercato unito, se non si procederà speditamente verso una
rivoluzione culturale e sociale che smetta – prima di tutto – di
considerare gli animali come se fossero dei sacchi di patate.
La dipendenza economica, sociale e anche psicologica,
dalla carne e dai cibi carnei è un elemento su cui bisognerà riflettere
e prendere provvedimenti di portata simile a quelli presi nel campo
della prevenzione dell’alcolismo e del tabagismo anche perché, non
dimentichiamolo, l’alimentazione carnea causa centinaia di migliaia di
morti ogni anno per infarti, ictus, cancro al colon e malattie
correlate.