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PAURA LIQUIDA

Posted: Maggio 16th, 2009 | Author: | Filed under: ARTICOLI | Commenti disabilitati su PAURA LIQUIDA

 

 

Paura Liquida è il titolo del libro di Zygmunt Bauman. Qualche mese fa usciva sull’Unità un articolo che ne riassume alcuni concetti:

 Bauman : ‘La paura è un reality show, lo vince sempre chi è al potere’

«Le nostre paure sono liquide, si attaccano e si staccano a seconda
di chi le vende: politica ed economia». È Zygmunt Bauman che al World
social summit spiega la paura. Viviamo in un realty ad eliminazione. Se
perdi è colpa tua e paghi. È un racconto, una storia, un excursus. La
paura che va e che viene. Che si compra e si vende. E coincide con la
lotta millenaria fra libertà e sicurezza.

Il pendolo si sposta ora verso l’una ora verso l’altra, entrambe
esigenze primarie dell’uomo. La storia, il racconto, lo fa Zygmunt
Bauman, nella sua lectio magistralis al World social summit di Roma. «È
la storia delle paure viste dall’Europa – dall’altra parte
dell’Atlantico il punto di vista è diverso», sottolinea il sociologo.

È la lunga storia che va dalle paure sociali dei secoli scorsi,
dalla lotta tra sicurezza e libertà, dunque, alle paure del XXI secolo
per cui si accetta anche l’umiliazione, il liberticidio pur di avere
quella fantomatica sicurezza.

«Fantomatica perché non risolve il problema. Le nostre paure,
infatti, – dice Bauman – sono liquide, non sono descrivibili, si
attaccano a tutto, si staccano da tutto, sono facilmente alimentabili,
ma difficilmente descrivibili». Eppure eccola spiegata in pochi minuti
l’incertezza del secolo.

«Quella che non è più umana e sociale ma animale e individuale e che
viene proprio da quella libertà, o meglio liberismo. Quello che non ci
da più reti, protezioni sociali o tutele. Dobbiamo accettare il
rischio, la vita dipende da noi. O ce la facciamo, o siamo esclusi».

Ma la paura che questa responsabilità illimitata genera non dipende
solo dalla possibilità di essere esclusi, ma soprattutto dalla
«frustrazione di doverci dire che non abbiamo saputo cogliere appieno
ciò che la vita ci ha offerto, di non essere stati abbastanza abili.

Questa nuova paura si chiama inadeguatezza – continua Bauman. Viene
da tutti gli angoli della società. Potrebbe sparire la società per cui
lavoriamo, potrebbero non servire più le nostre competenze».

Ecco che per Bauman ci troviamo «in un reality». «Potremmo essere
buttati fuori come succede per la legge della sopravvivenza. La nostra
paura quotidiana viene generata dalla domanda conseguente e la domanda
è: A chi toccherà essere fuori la prossima volta? Chi dovrà confessare
il perché non è stato in grado di sfruttare tutte le possibilità per
vincere».

Insomma, continua Bauman – abbiamo sempre paura di non essere in
linea con gli standard e di non meritare il nostro destino fino a dover
ammettere che la colpa è solo nostra.

Ed è qui che il mercato e la politica ci comprano – suggerisce il
sociologo. «La paura è un guadagno perenne per i politici che sembrano
accollarsi il compito di porre rimedio alla paura. Stessa cosa vale per
le società commerciali che ci offrono un’auto blindata o una casa –
fortezza. Entrambi i poteri sarebbero riluttanti a risolvere le nostre
paure perché ogni paura genera nuovo reddito.

Ora si cercano protezioni contro i clandestini – entra nel vivo
dell’attualità Bauman – contro potenziali terroristi e gli attentati
kamikaze. Far passare lo stato come quello che sa riconoscere un
kamikaze è una grande opportunità per ristabilire la sua credibilità e
ripristinare la disciplina.

Questo ci dimostra che la paura è un capitale», conclude il sociologo della Modernità liquida.