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Quel falò delle vanità che sarà il g8 dell’Aquila

Posted: Luglio 4th, 2009 | Author: | Filed under: ARTICOLI | Commenti disabilitati su Quel falò delle vanità che sarà il g8 dell’Aquila


di  Curzio Maltese
 
Non si sentiva proprio il bisogno del G8 all’Aquila. 
Un’altra passarella di potenti, un altro falò delle vanità, stvolta per giunta in faccia ai terremotati. 
I grandi vertici di potenti della Terra, in questi ultimi anni si sono segnalati soltanto per la miseria dei contenuti. A rileggere ora le dichiarazioni degli uomini che avevano in mano i destini del Pianeta, cascano le braccia. Non c’era un singolo tema sul quale loro, non avessero torto ed invece ragione, i ragazzi fuori che manifestavano o venivano massacrati dalla polizia. L’economia verde, l’allarme ambientale, la lotta allo strapotere della finanza, la crescente distanza fra Paesi ricchi e poveri e all’interno delle stesse società ricche, la follia della guerra in Iraq e della dipendenza dal petrolio. 
Ecco le ragioni per cui a Seattle o a Genova si finiva sotto i manganeli o direttamente in galera. 
E sono le stesse ragioni che, con incredibile faccia tosta, gli stessi potenti di allora, con qualche nuovo socio del club, sbandierano ora nei discorsi, al posto degli slogan passati di moda con la crisi: il liberismo, l’esportazione della democrazia.
Non bastasse, questo G8 si tiene nel luogo e con il padrone di casa sbagliati.
E’ già penoso assistere a questo inutile spreco di scorte e mezzi, sotto lo sguardo di gente che tira a campare nelle tende. Tutto per onorare una pessima trovata demagogica, escogitata mesi fa da Berlusconi per scippare qualche voto in più in vista delle elezioni. 
E, poi c’è appunto lui, Berlusconi. Il più imbarazzante capo di governo dell’occidente, con il suo codazzo di scandali e scandaletti, l’unanime deplorazione della stampa internazionale. E’ probabile che Obama, Merkel, Sarkozy e gli altri studieranno qualche modo per prendere le distanze da un simile personaggio, limiteranno al minimo le manifestaziioni pubbliche, le fotografie, i pranzi, le sceneggiate pubbliche insomma. 
Non fosse altro per non finire in un album accanto ad escort, aspiranti veline e relativi protettori, che ormai tutto il mondo sfoglia da mesi con un misto di disgusto e irrisione. ma allora non conveniva lasciar perdere del tutto? Non era meglio, signori presidenti rimanere nei vostri Paese, declinare l’invito o magari delegare il solo Topoleanek, liberando l’anfitrione per un bel fine settimana di bagordi a villa Certosa? Non si poteva evitare questa mezza buffonata, al cospetto degli aquilani, che avrebbero anche problemi seri? 
3- luglio-2009
fonte: Vernerdì di repubblica


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